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Psicologo. Perchè?

A volte mi torna in mente un vecchio slogan che risale agli anni della mia adolescenza: “Nella vita e nel lavoro ci vuole Psicologia!!!”, era la rèclame di una enciclopedia di Psicologia di cui io, mossa da curiosità verso questa scienza, comprai settimanalmente fascicolo per fascicolo; mi sorge spesso in mente oggi la domanda su qual è la sua rilevanza nella società odierna, specie quella siciliana e agrigentina.

E perché mi ha così tanto affascinato? Al punto che le ho dedicato il mio tempo migliore, i miei anni più belli: non c’è stato giorno, negli ultimi trenta e più anni, in cui non mi sia occupata di faccende psicologiche tra letture varie, Università, volontariato, Specializzazione, Formazione e soprattutto Libera Professione.

La mia scelta, dopo il diploma, non ha entusiasmato chi mi stava intorno …; beh, in effetti, dov’era lo sbocco lavorativo? Speravo comunque che di lì a poco tempo qualcosa cambiasse!

Quanto amore per la Clinica e la Psicoterapia, quanta attrattiva nella molteplicità di studi attenti e oculati che la letteratura offre, nel pensiero acuto che ci sta dietro, pensiero che va sempre “oltre”. Perché tanto “trasporto” da parte mia?

Ho ascoltato da piccolissima tanti “luoghi comuni” sull’individuo che adesso non ricordo neppure; evidentemente ho avuto bisogno di altre prospettive per provare a comprendere le vicende relazionali che mi circondavano, e dentro di me, tuttora,  è vivo e sincero l’augurio di una ulteriore sana evoluzione dell’uomo e della società, che possa essere sempre costituita da individui detentori di nobili valori umani, e sempre più sicuri di sé e versatili, dalle grandi risorse interiori, sempre più competenti di una relazionalità che sviluppa le potenzialità delle creature che vengono al mondo, e  permetta loro di manifestare e avere valorizzata la propria autenticità, e vivere esclusivamente secondo quest’ultima, garanzia assoluta di benessere e di massima espressione umana.

Che ben venga occuparci di Prevenzione in campo psicologico, accompagnata da una sempre crescente conoscenza e attenzione allo sviluppo e alla evoluzione psicologica dell’infante, del fanciullo e dell’adolescente, e di Clinica e Psicoterapia quando necessario, superando ogni forma di resistenza.

Concludo con l’auspicio che la figura dello Psicologo possa essere sempre più             riconosciuta e strutturata soprattutto all’interno di tutte le nostre Istituzioni pubbliche e private, e con l’invito rivolto a tutti i lettori a dare sempre maggiore valore all’empatia: con l’altro, coi figli, coi ragazzi, avendo sempre più emotivamente chiaro anche cosa abbiamo provato noi, a nostra volta, quando siamo stati bambini e poi adolescenti.

                                      Vincenza Maria Cirafisi                                                                                              

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